residenza artistica, FACTO

Montelupo Fiorentino, agosto-settembre 2019

a cura di Christian Caliandro

inaugurazione: giovedì 19 settembre 2019 ore 18,30

visitabile fino al 3 novembre 2019

 

Anna Capolupo (Lamezia Terme, 1983) sta svolgendo dal 29 agosto la sua residenza artistica presso l’Art Coworking FACTO a Montelupo Fiorentino (FI), che è lieta di invitarvi all’inaugurazione del progetto Un motivo costante alle ore 18,30 del 19 settembre 2019.

All’interno della galleria nel centro del paese immerso nella natura e famoso per le sue ceramiche, la pittrice lavora intensamente alle opere che si integreranno – in una sorta di “mostra-non mostra” – negli spazi a disposizione e nel contesto materiale e immateriale della cittadina, sviluppando la riflessione che porta avanti da anni sul concetto di abbandono, sul paesaggio urbano e sull’accumulazione come pratica e come visione del mondo.

I suoi quadri e le sue installazioni sono così densamente popolati di scarti, scorie, residui. Tracce e memorie di storie collettive, ancor più che individuali. L’oggetto – sia dipinto che tridimensionale; sia rappresentato che divenuto esso stesso opera – diviene in questo modo un ponte tra mondi.

 

Un tramite che connette stati differenti della realtà.

Elementi quotidiani, prelevati dal nostro spazio-tempo esistenziale, incontrano una pittura rinnovata e che si apre decisamente all’imprevisto del reale. Come afferma l’artista: “le cose rimangono, anche quando noi non ci siamo più”. La sua arte rientra dunque tra quelle ricerche contemporanee, italiane e internazionali, il cui linguaggio non si basa sulla reiterazione e manipolazione di un codice sostanzialmente estraneo alla vita di tutti i giorni, ma piuttosto si riferisce direttamente alle esigenze profonde delle comunità e degli individui, fino quasi a rendersi indistinguibile da un oggetto di uso comune. È proprio in quel ‘quasi’, molto probabilmente, che risiede l’opera.

Infatti, perché le opere d’arte oggi siano realmente efficaci e utili, occorre che siano anche affettuose.  Che significa? Che possiamo riconoscere in loro – e in chi le ha pensate e realizzate – un effettivo e profondo interesse nei confronti del mondo e delle persone, un calore, un’intimità, una vicinanza, un’empatia, una compassione. Sono cioè opere in grado di vivere e di stare al mondo, in grado di muoversi con delicatezza e emozione, in grado di coltivare una dimensione umana senza la quale nulla esiste, nulla può fiorire.

L’arte di Anna Capolupo espone dunque serenamente la sua fragilità, la sua precarietà e la sua leggibilità; non ha paura di fallimenti, errori scarti, arresti, deviazioni, digressioni, cadute improvvise e solo apparentemente immotivate (che anzi, costituiscono la sostanza del suo percorso).

 

 

 

Il progetto è stato realizzato

con il contributo della Città Metropolitana di Firenze